A ogni appuntamento elettorale i mezzi di comunicazione sono saturati più che mai di discorsi politici, dibattiti, interviste e chi più ne ha più ne metta.
Chi ha voglia di analizzare cosa viene detto (o almeno riportato) oltre la superficie può notare come il più delle volte gli argomenti trattati sono scarsamente dotati di contenuti concreti, mentre la stragrande maggioranza di cotante ore di monologhi è costituita più che altro da slogan.
Come dar torto a questo approccio?
A chi non ha tempo né desiderio di informarsi delle questioni politiche tali messaggi risultano molto più efficaci rispetto a proposte concrete supportati da fatti e numeri. Risulta molto più semplice urlare, ad esempio, “più uguaglianza!” piuttosto che parlare di una riforma del lavoro che “costa tot, di cui una parte le prenderemo tagliando X di tot mezzi e Y di altri tot mezzi”… si vede subito come questa comunicazione sia poco efficace, nonostante sia l’unica che non ci prende per il c in giro.
La politica non è una cosa distante, ci riguarda molto da vicino e nella quotidianità e tutti abbiamo la possibilità di capirla, almeno al di là dei tecnicismi per cui deleghiamo delle persone (i politici) che dovrebbero conoscere la materia tanto meglio quanto si trovano in alto. Eppure la pigrizia da un lato, la cattiva informazione dall’altro inducono a non approfondire.
I politici per primi spingono per non farci interessare.
Perché?
- una platea informata capisce se il politico di turno sa di cosa parla, fa bene il suo lavoro o se invece è un cialtrone.
- in tempi di comunicazione veloce come la nostra, uno spezzone di discorso ritagliato per i titoli di un giornale o per un servizio di 60 secondi al tiggì risulta molto più efficace se è breve e denso piuttosto che argomentato dei dettagli (come si diceva sopra; in questo anche il modello Twitter contribuisce alla rovina della sostanza e il trionfo della superficialità).
- come non tenere in conto il diffuso amore degli Italiani per il mondo del calcio? E la conseguente attitudine a schierarsi acriticamente a supporto di una squadra? Niente di più facile e vantaggioso che creare analoghe squadre politiche.
Per quale partito tifi?
Molti elettori vanno alle urne scegliendo un determinato schieramento perché “ho sempre votato così“. Questo è un po’ come dire “sono interista”, “io romanista”, “io sono radicale”, “io invece verde”. Ciò è comodo per non doversi impegnare (informarsi consuma tempo libero e risorse mentali) ma è comodo soprattutto per i candidati, i quali possono contare su una base di voti che non dovranno sforzarsi di guadagnare e ottengono consenso spostando il dibattito su argomenti superficiali e sullo scagliarsi contro l’avversario.
Questo appiattimento permette anche l’enorme confusione di temi che si attua in campagna elettorale. Siamo in corsa per le elezioni dei parlamentari europei (per qualcuno si vota anche per comuni e regioni), ma i temi della campagna elettorale sono quelli nazionali, che non c’entrano nulla con questo voto.
La prima cosa che dobbiamo imparare è quindi a capire per cosa si vota e quali sono i programmi. Fatto questo, si aprirà davanti ai nostri occhi una stupefacente rivelazione.
Possiamo votare cose diverse su ogni scheda di voto!!
Ebbene sì, ho scoperto l’acqua calda. Però pare non essere ovvio a tutti il fatto che ci danno schede diverse in modo che noi possiamo esprimere differenti orientamenti a seconda di cosa si deve decidere. Altrimenti basterebbe una scheda sola con su scritto “di quale partito sei?” valido per comune, provincia, regione, parlamento italiano, parlamento europeo. Se ho in testa quali programmi reputo migliori, posso, ad esempio, trovarmi a votare sinistra in Europa, destra alla regione e una lista civica al comune. Perché no?
Questa è democrazia. Impariamo a esercitarla.
APPROFONDIMENTI
Una buona presentazione dei programmi elettorali per l’Europa li potete trovare su Tagli:
http://tagli.me/articolo/parole-povere-come-si-vota-alle-europee-e-cosa-fa-il-parlamento-europeo
che poi vi reindirizzerà su questa guida
http://www.paywithapost.de/post_payments/9b888537-3718-4122-b5bb-1d2cd2784f55
Non sarà la più perfetta del mondo e in qualche passaggio si intravede l’opinione politica degli autori, ma è la più valida panoramica italiana che abbia trovato sull’argomento. Almeno per conoscere quali sono gli schieramenti politici in Europa, che non sono gli stessi che abbiamo in Italia.
Una satira sul voto che a me piace molto (anche se un po’ datata) è la seguente (specialmente dal minuto 9):
Interessantissimo! Sono totalmente d’accordo, nei monologhi – perchè alla fine quello sono – pre-elezioni tanta fuffa che verrà perpetrata una volta eletti. Bisognerebbe leggersi i programmi e informarsi sui singoli candidati, perchè anche esprimere delle preferenze è importante.
Bell’articolo 🙂
Proprio così! Per quanto spesso fittizi, sono i programmi elettorali che devono indurci a scegliere. Quindi le scelte dovrebbero essere indipendenti a ogni livello. In questo modo non potrebbero più proporci programmi vuoti (com’era capitato alle elezioni politiche 2013, in cui per lo più erano soltanto volantini pieni di slogan e vuoti di contenuti).
Grazie 🙂
Sono per la maggior parte attori da circo, e abbindolano ancora bene i disperati; purtroppo è così.